Da duecento anni a questa parte, con l’agricoltura convenzionale l’uomo interferisce in modo dannoso con i cicli della natura. Le lavorazioni del terreno alterano il suo equilibrio procurando ossidazione e distruggendo le popolazioni microbiche del sottosuolo. I microorganismi infatti sono gli artefici della trasformazione delle sostanze organiche in nutrienti per le piante.
La terra viene lasciata nuda per lunghi periodi, permettendo che le piogge lavino via, soprattutto nei terreni argillosi, sostanze minerali molto importanti per le piante.
Da ciò ne deriva, non solo una scarsa resa delle produzioni ed un indebolimento delle difese immunitarie delle piante, ma anche frutti sempre meno ricchi di sapore e nutrienti. Se la microbiologia del terreno è debole, a nulla vale apportare sostanze organiche.
Ecco perché si ricorre sempre più spesso alla concimazione chimica e all’utilizzo di pesticidi. Questi pesanti interventi da parte dell’uomo, permettono rese abbondanti, a scapito però della genuinità dei frutti ma soprattutto della salute del suolo, dove si accumuleranno sempre di più sostanze che la natura, con la sua semplicità, non è in grado di smaltire. Queste scorie le ritroveremo prima o poi nell’acqua, nell’aria e quindi nel nostro organismo.
PROTEGGERE E NUTRIRE LA MICROBIOLOGIA DEL TERRENO
Nei primi 3 cm di terreno vivono popolazioni di microbi che svolgono l’importante azione di trasformazione della sostanza organica presente nella lettiera.
Questi attuano una prima digestione delle foglie e dei residui vegetali presenti nella superficie del terreno, trasformandoli in una prima forma di humus, il quale non è ancora abbastanza sintetizzato perché le piante riescano ad assorbirlo.
- Questi microbi hanno bisogno di ossigeno, è quindi importante evitare il compattamento del terreno con il frequente calpestio. Occorre quindi predisporre appositi percorsi per gli spostamenti con mezzi e attrezzature pesanti. Ovviamente è impossibile evitare il calpestio che si rende necessario per le lavorazioni di potatura e raccolta. Nello svolgere queste operazioni abbiate l’accortezza di eseguirle, quando il terreno è ben asciutto. Le gelate invernali ed i preziosi lombrichi provvederanno a ripristinare la giusta compattezza dello strato di terra superficiale.
- Questi microbi vanno protetti dalla luce, dalla disidratazione e dalle brusche variazioni di temperatura. La natura nella sua perfezione lo fa continuamente. Quando un terreno è nudo, arrivano subito le infestanti a coprirlo. Queste, una volta concluso il loro ciclo di vita, diventano pacciamatura e piano piano vengono decomposte. Gli alberi con la loro chioma mantengono il terreno fresco. Le loro foglie quando cadono creano una spessa lettiera che diventerà cibo per i microorganismi.
- Il terreno può essere coperto con pacciamatura di paglia, foglie, sfalci di erba. Si possono anche seminare varietà di trifogli nani, i quali non richiedono frequenti tagli ed hanno la prerogativa di assorbire azoto dall’aria e fissarlo nel terreno. Dove si piantuma e si creano pacciamature, non arriveranno fastidiose infestanti.
Dai 3 ai 50 cm di terreno, vivono altri tipi di popolazioni microbiche. Queste, provvedono ad una ulteriore trasformazione dell’humus, in sostanze subito assimilabili delle piante. Questo humus è chiamato duraturo perché rappresenta una riserva di nutrimento e di acqua per ogni vegetale.
I microorganismi entrano in simbiosi con le radici delle piante. Alcuni, come i batteri della rizosfera, trasportano i nutrienti e li convogliano all’interno delle radici. Altri come le micorrize, proteggono le radici dagli attacchi di funghi patogeni, presenti nel terreno.
Quando le radici sono ben protette dai suoi amici simbionti, la pianta sviluppa un sano apparato radicale ed assimila in maniera corretta i nutrienti. E’ solo in questo modo che si hanno frutti saporiti e veramente ricchi di sostanze nutritive per l’uomo. Non bisogna poi dimenticare che, grazie a micorrize e batteri, le piante sviluppano tessuti più robusti e anticorpi che proteggono la vegetazione da attacchi di funghi e parassiti.
- Questi microbi, vivono e proliferano in assenza di ossigeno e di luce. E’ quindi importante non rivoltare la terra.
I lombrichi svolgono innumerevoli ed importantissime funzioni, convivendo perfettamente con la microflora di tutti gli strati del terreno. Non avendo un apparato masticatore, durante la notte salgono in superficie per nutrirsi della sostanza organica della lettiera che i microorganismi hanno già iniziato a decomporre.
I loro escrementi sono il migliore humus che possa esistere. Salendo e scendendo continuamente all’interno della terra, ne mantengono il giusto decompattamento. I loro cunicoli permettono una migliore penetrazione di acqua ed umidità nel sottosuolo.
- I lombrichi muoiono se esposti all’aria e al sole, quindi evitare di rivoltare il terreno. Per nutrirli ed attirarli intorno alle nostre piante, assicurare sempre che ci sia uno strato di materiale organico sulla superfice del terreno. Gli sfalci di erba vanno benissimo, così come frutta e verdura scartate dalla cucina.
RIASSUMENDO
- Il terreno non va ne compattato ne arato. Se, prima di procedere ad una piantumazione si presenta molto compatto, si può effettuare una aratura superficiale, ma che sia l’ultima. Ci sono in commercio attrezzature manuali e meccaniche per arieggiare delicatamente, senza rivoltare la terra.
- Il terreno non va lasciato mai nudo. Quindi, pacciamare in prossimità delle piante e piantumare in ogni centimetro del terreno. Le piante, attraverso le radici, si scambiano nutrimento acqua e microorganismi simbionti. Sarebbe utile piantarle sempre in gruppo. Si possono piantare erbacee perenni e aromatiche nelle zone non coltivate e prati di trifoglio nei percorsi e sotto i frutteti.
- Le radici delle piante che muoiono o arrivano a fine ciclo di coltivazione vanno sempre lasciate nel terreno, perché apportano sostanze organiche in profondità.
- Le piante erbacee che vengono sfalciate devono essere lasciate nel terreno a decomporre.
- Tutto quello che è chimico, uccide la microbiologia del terreno.
- Ricordarsi che l’humus è importantissimo non solo perché fonte di nutrimento per le piante, ma è anche riserva di acqua. Esso infatti non è né solido ne liquido e può assorbire acqua, fino al 75% del suo volume. Un terreno ricco di humus non ha bisogno di essere irrigato.
SEGUENDO QUESTE INDICAZIONI, UN TERRENO RIESCE A RIGENERARSI DAI 3 AI CINQUE ANNI. Osservare, imitare ed assecondare, la natura è il segreto per velocizzare questo processo, non bisogna avere fretta.
NEL PRIMO ANNO, E’ NORMALE UN PICCOLO CALO DI RESA DELLE PIANTE, soprattutto se si sono utilizzati molti concimi chimici. Ci sono in commercio, selezioni di microorganismi efficaci, che possono essere integrate al terreno e irrorate su piante e lettiere. Costano poco e dopo il primo acquisto possono essere riprodotti comodamente a casa.
Siamo a vostra disposizione per darvi istruzioni a riguardo.